"…Nell'ultimo periodo guardo la mia città con uno sguardo diverso, cerco luoghi da immergere. Una grande massa di "Acqua purificatrice" lava lo sporco che ci attanaglia, rendendo Venezia un paradiso sommerso e irraggiungibile. Il tempo e la natura logora la città che conosciamo, lasciando intatto solo ciò che merita essere ricordato. Una breve pausa, causata dalla paura di ciò che è avvenuto, per poi scatenare una nuova ondata di turismo subacqueo curioso e inarrestabile. Non amo la realtà, spesso mi immergo nei miei sogni e nuoto in un mondo liquido. Poi mi sveglio e torno alla realtà, mi guardo allo specchio e osservo i miei occhi lucidi e rossi di cloro. Sogno o realtà? Quello che rimane dei miei sogni sono questi scatti, un opaco e annacquato ricordo di quel mondo magico. Armonia, condivisione del mondo, ma essenzialmente, pace…."
Il progetto fotografico "Underwater city" di Marco Rizzo classe 1983 ha profumo di poseidiana memoria.
Ricordando come Il mito di Atlantide ne Il Crizia (Platone, IV sec a.c) veniva utilizzato dialetticamente dal grande filosofo per esporre le proprie idee politiche riguardanti la Repubblica, per elargire una propria visione personale ed infondere una spinta utopica al suo discorso, così il fotografo Marco Rizzo, in questo suo splendido progetto fotografico, utilizza l'escamotage della città sommersa per restituire pace e tranquillità alla sua amata Venezia.
L' autore dichiara infatti di sognare la città lavata dallo sporco, sia morale che propriamente fisico, materiale, ambientale tramite un'ondata di "acqua purificatrice" che la sottragga momentaneamente allo scorrere del tempo e dalla curiosità usurante dell'uomo contemporaneo. L'intento del fotografo è quindi quello di una "preservazione momentanea", per una frazione di tempo non definita ma sospesa di questa gloriosa e antica città, trasformandola in un "paradiso sommerso" ovattato, dove l'elemento acqua si costituisce come suprema madre protettrice, conservativa e custode preziosa. Questa situazione non è fatta per durare nel tempo perché, ecco arrivare una seconda ondata inarrestabile, figlia dei nostri tempi, "un turismo di massa", "inarrestabile" come sottolinea lo stesso fotografo, troppo curioso, personificato nella figura del sommozzatore che esplora bramoso questo nuovo mondo magico e misterioso. Ma in questo scenario si ritrovano anche presenze umane sognanti e fiabesche simili a sirene fluttuanti in una sorta di liquido amniotico che sembrano raggiungere una pace eterna, amplificata architettonicamente dalla città stessa.
Underwater city è quindi una discesa nelle profondità del mare, in un mondo magico, mitologico e surreale ma che naturalmente pare assumere le sembianze di una discesa nel proprio IO, nella parte inconscia, in quella parte in cui si mescolano realtà e desideri più profondi; è quindi proprio un desiderio di pace a dominare l'interiorità del fotografo che ama rifugiarsi in questo suo mondo, laggiù negli "abissi del tutto" per poi riemergere recando in grembo meravigliose visioni, fotografie che rappresentano quello che "..rimane dei miei sogni.."
Un ultimo ma interessantissimo, anche se funereo, appunto al progetto Underwater city che ci piacerebbe proporre è quello che Marco Rizzo sembra inoltre alludere al tragico destino a cui è condannata la città; le fotografie paiono profetizzare una visione "futuristica" ma totalmente "realistica" su quello che potrà accadere alla Serenissima negli anni a venire. Finiremo così davvero come il capitano Nemo in "Ventimila leghe sotto il mare" a visitare le rovine di una Atlantide/Venezia leggendaria laggiù nelle profondità marine? ( A. D- V. P)