Due Donne
La storia è una di vita quotidiana e si svolge dentro le mura domestiche, una storia di sacrifici, dolore, privazione ma anche di amore. Mia nonna era costretta a letto ormai da anni a causa di malattia ed infermità, e mia madre in tutti questi anni gli è stata accanto, molto spesso per amore e non per scelta. Con questi scatti ho documentato gli ultimi mesi di vita di mia nonna fino alla notte in cui è morta, cercando di catturare i momenti per me importanti.
Così come le loro giornate somigliavano sempre più l'una all'altra, anche loro due, mia madre e mia nonna, iniziarono in un certo senso a somigliarsi. Mia nonna passava a volte le notti insonni a causa dei dolori, ed anche mia madre restava sveglia, e di giorno quando mia nonna era confinata a letto, anche mia madre per la stanchezza della notte passata spesso se ne tornava a letto cercando di riposare. Ho scelto di chiamare questo lavoro "Due Donne" perché non volevo che rappresentasse solo mia madre e mia nonna, ma piuttosto, attraverso loro due, tante persone che nel resto del mondo ogni giorno vivono le stesse situazioni, gli stessi momenti che loro due hanno vissuto insieme.
E' una condizione drammatica, di estrema sofferenza fisica e psicologica quella che ci racconta il fotografo Alessandro Petriello: una situazione conosciuta e familiare a molti, largamente diffusa nel nostro Paese dove le forme di assistenza sanitarie di tipo sociale non funzionano, non esistono o sono totalmente a carico del cittadino. Lasciato senza aiuto alcuno da parte di uno Stato insensibile che sembra non vedere e prendere atto delle migliaia di persone che ogni giorno lottano e resistono da sole abbandonate al loro crudele destino.
Alessandro Petriello ci narra la storia della madre e della nonna ( la madre paterna), donne accumunate oltre che dalla relazione di parentela, dalla vita "cattiva", dura che sfianca distruggendo corpi e cuori. La malattia, la senilità spietata che costringe la persona a rinchiudersi in una "prigione familiare"; la perdita dell'autosufficienza ed il conseguente dipendere da altri. La madre di Alessandro viene così a rivestire un ruolo protettivo e curatore, un ruolo genitoriale nei confronti della nonna sofferente.
Un dramma fatto di giornate e momenti ripetitivi, sofferenti nei quali la malattia e la fatica colpiscono duro annientando le due donne. Queste si ritrovano così a vivere in simbiosi, unite fisicamente ed emozionalmente; un essere unico interdipendente, un essere malato, ferito ma che si aiuta da solo con grande fierezza.
C'è anche molto amore in queste immagini; l'amore che lega, che protegge, un amore misericordioso e altruista che non abbandona mettendosi al completo servizio dell'altro, del sofferente, quasi cancellando la propria individualità, la propria persona, quella della nuora. E' lei che conduce la suocera verso gli ultimi istanti, facendole percepire la propria presenza, la propria vicinanza, un affetto profondo che rende calmi e non fa sentire soli.
Da questo toccante reportage familiare emerge inoltre la grande forza del fotografo Alessandro Petriello; si tratta infatti anche della sua storia, vissuta sulla propria pelle, assorbita giornalmente, metabolizzata e resa in immagini indelebili che divengono memoria personale e familiare condivisa.
Petriello è lì, con le "sue 2 donne", vicinissimo e partecipe di tutto quello che accade loro; si fa forza, fa forza, sostiene la madre e la nonna con il suo affetto. E' uno spettatore partecipante e la fotografia è il mezzo per comprendere e ricordare, custodire momenti difficili, strazianti ma così straordinariamente importanti e significativi per la propria persona e per la propria futura esistenza. ( V.P)